Questa è una domanda da 100 milioni di dollari (espressione scontata dei miei tempi!!).
Chi, nel periodo adolescenziale, o anche prima, non ha subito l’incresciosa tensione di una lite familiare? Ma peggio ancora, chi non è mai stato coinvolto in prima persona?
Penso che la percentuale di risposte negative a queste domande sia irrisoria se non nulla.
Perché dobbiamo sfogare le nostre frustrazioni su coloro che dovrebbero oltremodo essere difesi?
Perché siamo così vigliacchi da doverci fare scudo dei nostri figli?
Perché dobbiamo tramandare sempre ciò che abbiamo subito noi da piccoli?
Perché non dobbiamo avere il coraggio di dire “basta” ad un gratuito sterminio psicologico?
Perché?
Se facciamo una introspezione a questo problema, sono sicura che nessuno si rispecchia. Ho la certezza che ognuno di noi dica di essere estraneo ai fatti… ma la verità qual’è?
Alla fine chi ci va di mezzo sono i nostri figli, e non parlo di quelli che abbiamo allevato, i nostri figli rappresentano tutte le generazioni passate, presenti e future.
Quando parlo di sterminio psicologico, non uso tale espressione per sfornare vocaboli, mi riferisco esplicitamente ad un danno permanente. Una ferita che non si rimarginerà più e che comporterà un riflesso e quindi una catena infinita di stragi.
E tutto questo per cosa?
Perché non sappiamo affrontare i nostri problemi, perché abbiamo sempre bisogno di un alibi e perché è sempre comodo poter dare la colpa a qualcun altro.
Ma a che prezzo?
Che un giorno i nostri figli faranno la stessa cosa con i loro figli, o che peggio ancora, decideranno che non vale la pena costruire una famiglia.
L’alternativa che preferirei io, sarebbe quella di vedere che le cose stanno cambiando, che ognuno si prende la responsabilità delle proprie azioni e che di conseguenza i nostri figli prendano le distanze tra i loro problemi e i loro figli, dandogli la possibilità di crescere sereni, senza dover subire il peso del passato. Ma con le parole siamo tutti bravi, e ad un certo punto bisognerebbe chiedere i “fatti”, imparare a reagire e dire basta a costo di creare delle fratture. Ho imparato che il tempo guarisce le ferite, anche quelle più profonde e se non guariscono, il buon senso dovrebbe aiutarci ad andare avanti senza coinvolgere chi ci sta accanto e cosa più importante senza coinvolgere chi non c’entra niente con le nostre ferite.