Scrivere ci aiuta ad esprimere la nostra personalità

La scrittura nasce con la nascita dell’uomo. All’inizio si esprimeva con chiari disegni che illustravano ciò che lui voleva trasmettere e con l’evolversi della sua intelligenza e il cambiamento delle sue abitudini, cambiò il modo di comunicazione, pertanto anche il modo di scrivere.

Ecco che con il trascorrere dei secoli arrivò la calligrafia (la storia è molto lunga, non vi voglio tediare! E poi c’è Wikipedia!!)

La calligrafia non è altro che l’essenza di un’antica disciplina dietro la quale si cela l’opera meticolosa e paziente di antichi amanuensi che purtroppo con il passare del tempo, e con l’avvento di tecniche e tecnologie innovative, ha perso il suo valore poetico proprio della scrittura manuale, trasformandosi in una scrittura virtuale e spesso declassata.

Negli anni passati la calligrafia aveva dato vita a una moltitudine di scritture individuali che raccontavano lo stato d’animo di chi si adoperava nella stesura di un manoscritto. La scrittura a mano ti dava la scoperta di funzioni espressive che stimolavano il piacere stesso di quel semplice gesto.

Addirittura in Oriente la scrittura veniva considerata un’arte al pari della danza e della musica e tutt’ora viene usata come pratica per le disciplini meditative e corporali (ma loro sono miglia di anni davanti a noi… in questo!)

Adesso le lettere non si usano più, penna e calamaio sono stati cestinati e ci si limita alla spedizione di qualche cartolina solo durante un bel viaggio di piacere.

A me è sempre piaciuto scrivere. Avevo dei diari dove raccontavo le mie giornate, i miei sentimenti e dove lasciavo correre libera la mia fantasia in poesie e storie che mi davano soddisfazione nel momento della rilettura.

Poi sono cresciuta e i diari sono stati accantonati e sostituiti dall’inevitabile ingresso dei sofisticati software, che mi hanno rapita in un vortice digitale che spesso mi fa rimpiangere i tempi passati.

Parlavo di declassamento della calligrafia e non penso di aver detto uno sproposito.

Oggi non sappiamo più scrivere, siamo talmente abituati a comporre le nostre frasi su una tastiera, che quando impugniamo la penna quasi ci viene difficile far uscire ciò che vogliamo scrivere. Cominciamo a sbagliare vocali e consonanti, fondiamo le parole creando anagrammi illeggibili, le abbreviamo e ne sbagliamo l’ortografia.

Poi non parliamo di quello che combinano i ragazzi! Troppo abituati ai messaggi sms, spesso si trovano in difficoltà con le più semplici parole: “tvb”, “cmq”, “qst”, “u.u”…

Che linguaggio crittografato è!?

Non sanno più scrivere il corsivo, impastano tutti i tipi di scrittura e ti ritrovi una parola che inizia con lo stampatello maiuscolo, continua con una specie di minuscolo slegato e termina con un vecchio corsivo scolastico.

È come se tu da piccolo avessi girato il mondo senza una fissa dimora, avessi imparato brevi approcci comunicativi in ogni luogo che hai visitato e alla fine di questo lungo viaggio tu sia costretto a mimare tutte le tue conoscenze per farti comprendere!

Il discorso è contorto, ma secondo un mio umile pensiero è molto inquietante!!!

È giusto adeguarsi alle innovazioni, allo sviluppo e a tutto quello che ci circonda, ma non dobbiamo permettere a tutto questo di farci dimenticare quello che siamo, quello che ci ha permesso di diventare “Noi”. L’espressività manuale e mentale, il ritorno allo scrittoio, non fa di noi degli arretrati!! L’inchiostro che scorre fluido sui fogli non fa altro che arricchire la nostra personalità, come un linguaggio privato, una sorta di espressione intima tra noi e il nostro io. Dalla calligrafia ci distinguiamo gli uni dagli altri e diamo apertura alla nostra personalità. Anche qui in questo momento, questi caratteri che si rincorrono per formare questi miei discorsi… tutti caratteri senza espressione, stessa dimensione, su una linea dritta e perfetta. Cosa dà espressione e carattere!? Spero che sia il contesto a descrivere il mio stato d’animo e suscitare le stesse emozioni che provo io in questo momento!

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